Viaggi
Viaggiare in gruppo. Shutterstock by Dmitry-Molchanov
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Viaggiare in gruppo. Shutterstock by Dmitry-Molchanov
“Lentamente muore chi non viaggia”, recitava Pablo Neruda in una vecchia poesia. Perché viaggiare è, in effetti, un modo di stare al mondo, la certezza di essere vivi. Ed è anche scoprire nuove strade, abituarsi all’idea che al di fuori di noi esistano altre realtà, esistano altri colori, altre lingue: che al di fuori di noi esistano tantissimi altri occhi e, quindi, infinite prospettive. Viaggiare è conoscere. Sentirsi parte di qualcosa di più grande, superare le frontiere e i confini (quelli reali e quelli immaginari). Allora, quale modo migliore di sperimentare l’idea del viaggio se non quello di preparare la valigia e partire per nuove avventure? E quale modo migliore di fare nuove avventure, poi, se non condividerle con altri, con l’altro?
E qui veniamo al punto: un gruppo di persone si incontra per la prima volta all’aeroporto e, tutte insieme, condividono la stessa meta. Ognuno ha la propria traiettoria e la propria strada. Ognuno la propria storia. Qualcuno si sente solo e qualcun altro, invece, ha così tanti amici da non sentirsi realmente vicino a nessuno di loro: così ne cerca degli altri.
Insomma, viaggiare in gruppo è qualcosa di molto simile all’inizio di una favola. E dentro questa favola può succedere di tutto. Ma quali sono i pro e i contro dei viaggi di gruppo?
Partiamo da un presupposto: i viaggi di gruppo possono essere adatti a tutti. E quindi famiglie, studenti, amici; ma sono una scelta fatta più frequentemente da tutte le persone che amano viaggiare senza la compagnia di qualcuno che conoscono. Ma ci sono pro e contro che, forse, dobbiamo valutare prima di intraprendere un’esperienza così importante.
Perché decidere di partire con un gruppo di sconosciuti? I motivi sono molteplici: quell’amica che ci accompagnava durante le nostre avventure non riesce a prendere le ferie nel nostro stesso periodo. Qualche amico magari non se la sente di affrontare un viaggio di venti giorni, o magari di un mese. Ma noi lo aspettavamo da tantissimo tempo. E quindi accendiamo il pc e ci mettiamo a girare in rete. Pensiamo a un viaggio di gruppo.
All’inizio potremmo ragionare sul fatto che viaggiare con degli sconosciuti possa non avere chissà quale appeal. Ma è proprio qui che sta l’errore. Perché è proprio da alcuni incontri che nascono le storie migliori. Conoscere persone nuove, che non si aspettano nulla da noi, non potrebbe essere forse la spinta per mostrarci – davvero – come siamo, e gettare le maschere che spesso ci accompagnano?
E non c’è qualcosa di poetico nel condividere un’esperienza tanto intensa con persone che, se siamo fortunati, finiscono per diventare parte integrante, magari perfino compagni, delle nostre vite?
Ma viaggiare in gruppo ci consente anche di staccare la spina. Prendersi del tempo per se stessi è una cosa alla quale spesso non pensiamo ma che è fondamentale per il nostro benessere psicofisico. E spesso, dopo un anno di lavoro, di routine popolata dagli stessi volti, stessi posti, tutto quello che vogliamo è cambiare aria. Girare il mondo in gruppo ci consente di staccarci da tutto, di dimenticare le cose che non vogliamo ricordare. Perciò preparate la valigia, è tempo di ricominciare!
Una delle parti più complicate del viaggiare, spesso, è l’organizzazione. Passiamo un anno intero a segnare appuntamenti sull’agenda, a incastrare giorni, persone, scegliere posti, e, arrivati ad agosto, diciamocelo: siamo stanchi. Un viaggio organizzato ci permetterà, per farla breve, di non preoccuparci. Di non preoccuparci di guardare la cartina geografica, di non preoccuparci di creare itinerari, di seguirli passo passo, di perderci sempre qualcosa. Per cui niente attenzione agli hotel, ai ristoranti, alle recensioni: lasciamoci trasportare e godiamoci il viaggio!
Dobbiamo dircelo: il rischio di spendere un po’ più di soldi c’è. Nonostante questi viaggi “vadano al risparmio”, dobbiamo mettere in conto che ovviamente i costi non saranno sempre bassissimi. In primis perché si tratta di viaggi molto lunghi, che quindi portano con sé delle spese, ma anche perché oltre i costi della vacanza, chiaramente, ci sarà da pagare le compagnie che la organizzano.
L’esperienza di condivisione è vincolata agli altri. Ci saranno tempi e orari da rispettare e, per non essere di intralcio al gruppo, certe cose andranno per forza rispettate. Se la sveglia è alle 6:00 non possiamo di certo alzarci alle 7:00. Se la cena è alle 19:00, non conterà nulla che siamo abituati a mangiare alle 21:00. I vincoli non sono sempre una cosa negativa. Ti insegnano a essere rispettoso e a pensare all’altro: ma ne abbiamo davvero voglia in vacanza?
Lo spirito di adattamento è fondamentale. Ed è fondamentale ricordarsi che non siamo mai soli, e che quindi dobbiamo dare conto agli altri. Se siamo persone libere e indipendenti, se non ci piace giungere a dei compromessi, allora, forse, organizzare un viaggio con venti persone che non ci conoscono non è il massimo. Se ci piace stare sotto la doccia tutto il tempo che vogliamo, se ci piace restare seduti a tavola per tre ore dopo pranzo, allora forse quello che fa per noi è una casa al mare in cui poter rilassarci. È una scelta sbagliata? No. È una scelta diversa, sicuramente.
Sei alla ricerca di compagnie che organizzano viaggi di gruppo? Ecco tre siti che possono aiutarti nella scelta: