Una vacanza che si adatta ai tempi contemporanei, in una sorta di naturale evoluzione del weekend fuori porta, in cui si rispolvera la suggestione del mordi e fuggi: la microcation (un'eloquente fusione tra “micro” e “vacation”) si pone ormai in cima alle tendenze di viaggio.  Le fughe dalla routine diventano così brevi e frequenti, alimentano il turismo di prossimità e quindi valorizzano cittadine, borghi storici e località – possibilmente – poco battute all’interno dei confini nazionali, inserendosi senza sforzo negli spazi liberi dei viaggiatori, per un massimo di quattro notti. Nella formula, il fine settimana si allunga, le vacanze si accorciano, ma nessuna rinuncia all’orizzonte: queste pause rigenerative permettono di godersi un intermezzo di relax che si mescola alla (ri)scoperta di luoghi e culture spesso accantonati nei viaggi più lunghi e strutturati verso le mete più blasonate.

I vantaggi della vacanza tascabile

Nate dall’esigenza di coniugare i ritmi frenetici con il desiderio di staccare la spina, le microcation hanno presto incontrato il favore dei più giovani, in quanto non richiedono grandi organizzazioni, riportando in voga il concetto di last minute (ormai lontano dall’essere una sfida, tante sono le soluzioni immediate a portata di click), e sono poco impegnative dal punto di vista economico, contrariamente alle vacanze estive vecchia scuola, i cui prezzi spesso esorbitanti tendono a scoraggiare anche i più tradizionalisti.

Così oggi si viaggia di più, in maniera più concentrata, e ci si ferma ad apprezzare quello che, nella frenesia di ogni giorno, sembra sempre sfuggire di mano: il tempo. Anche solo per una manciata di giorni, si torna a padroneggiarlo, o a perderne – volontariamente però – la cognizione, a seconda della destinazione scelta, che sia nel verde oppure nel tessuto urbano. E se la partenza a Ferragosto sembra aver imboccato il viale del tramonto, soprattutto tra i millennials, quella fuori stagione continua a guadagnare consensi, anche grazie alla sua intrinseca flessibilità, che la rende modulabile a piacimento.

Il successo di questa formula tutta contemporanea, facilitata dalle ormai sterminate opzioni di viaggio low cost, svela, da un lato, la volontà – divenuta per molti necessità – di ritagliarsi sempre più spesso uno spazio personale, al riparo da incombenze e pressioni quotidiane, dall’altro la fame di esperienze autentiche e dinamiche, come contraltare all'appiattimento della routine. E allora si decide dall'oggi al domani di fare un leggero bagaglio e partire, prendendo magari un solo giorno di ferie (o addirittura nessuno), e di programmare in corso d’opera (ecco la flessibilità); si acquista un biglietto per una capitale europea, oppure – più frequentemente – si sceglie una regione vicina, riportando in auge antichi borghi, ristoranti locali, il fascino del mare d’inverno e della montagna d’estate.

È una breve sospensione, appena più di una parentesi, in grado di ricaricare le pile, ridare entusiasmo e arricchire l’anima. Che sia un trekking, un tour enogastronomico, un'immersione artistica nei musei o un percorso urbano tra le attrazioni più rappresentative di una grande o piccola città, la chiave è recuperare l'attitudine, spesso sopita, a meravigliarsi. Provare per credere.