Viaggi

Le insolite regole per limitare l'overtourism

Misure adottate dalle mete più gettonate per far fronte al turismo di massa
A cura di   Fabio Giusti

Shutterstock - Photo by Emanuele Ghirardelli

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Shutterstock - Photo by Emanuele Ghirardelli

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L'overtourism rappresenta una delle sfide più pressanti e complesse affrontate dalle principali mete turistiche in tutto il mondo. Il tutto amplificato dal cosiddetto revenge travel, ovvero la tendenza a viaggiare più per "recuperare" tutte le vacanze annullate durante la pandemia che non per una reale esigenza esperienziale, che continua a provocare un'impennata del numero di turisti in moltissime località d'Europa.

E se, da un lato, questo fenomeno ha portato il settore turistico a tornare ai livelli pre-Covid del 2019, c'è da rilevare come nessun governo abbia ancora messo in atto alcuna politica volta a risolvere i problemi legati agli stravolgimenti ambientali, sociali ed economici causati dal turismo di massa. Ecco allora che, per far fronte a questa situazione, alcune destinazioni molto popolari si sono viste costrette ad adottare misure per ridurre il fenomeno del sovraffollamento turistico. Vediamone, nello specifico, alcuni esempi.

Alcuni esempi di regole anti-overtourism

Una delle città di mare più affascinanti del Paese, Portofino, ha introdotto quest'estate una normativa per dissuadere i turisti che si soffermano per i selfie: ci saranno infatti multe fino a 275 euro per chi blocca il traffico o i pedoni in due "zone rosse" della sua bellissima baia. Sono previste, poi, multe fino a 2.500 euro per chi percorre i sentieri sopra le Cinque Terre in sandali o infradito.

Nel centro di Venezia, oltre ad essere stato istituito un "contributo d'accesso" di 5 euro per i turisti che intendano visitare il centro storico, non sarà più consentito consumare snack all'aperto, e si potrà essere multati di 250 euro se trovati seduti sulla scalinata di Piazza di Spagna a Roma.

A questi espedienti si vanno ad aggiungere, poi, divieti ben più singolari. Una spiaggia di Eraclea ha addirittura vietato la costruzione di castelli di sabbia (pena una multa sempre di 250 euro) perché ritenuti ostruzioni inutili. Dato il numero di turisti che quest'estate si sono riversati in massa sulle famose spiagge sarde, anche qui le autorità hanno introdotto una serie di norme contro il fenomeno dell'overtourism. Tra queste, le più ovvie sono la limitazione del numero di visitatori e l'introduzione di limiti di tempo.

Ma la spiaggia della Pelosa, sulla costa occidentale, ha addirittura introdotto il divieto di usare gli asciugamani, obbligando così i bagnanti a portare con sé stuoie che intrappolano meno sabbia. La famosa Spiaggia Rosa della Sardegna ha previsto addirittura una multa di 500 euro per chi cammina sulla sabbia e fino a 3.500 euro per chi fosse sorpreso a rubarla. Non va meglio all'estero, se sulle spiagge portoghesi si può incorrere in multe di 500 euro se si cammina sulla sabbia e fino a 3500 euro se si fosse sorpresi a rubarla.

Viaggi più sostenibili e turismo consapevole

Al fine di deviare l’attenzione dalle mete più affollate, le autorità promuovono alternative meno conosciute, ma altrettanto interessanti per i turisti. Questo approccio mira a distribuire più equamente l’afflusso di visitatori tra le diverse destinazioni. Una questione critica riguarda anche gli affitti turistici, con governi e amministrazioni locali che intervengono per limitare l’impatto sul mercato immobiliare e sulle comunità residenti.

Affrontare queste sfide richiede politiche lungimiranti a tutti i livelli, con limitazioni del numero di visitatori, regolamentazioni per le strutture turistiche e tasse finalizzate a finanziare progetti di conservazione ambientale e culturale. Promuovere alternative di viaggio sostenibili è essenziale per garantire un turismo responsabile. Il viaggio del futuro deve essere guidato dalla consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni e dalla protezione delle peculiarità di ogni destinazione.

Le amministrazioni devono collaborare con gli operatori turistici, le organizzazioni ambientali e la comunità locale per costruire un turismo sostenibile ed equo, che assicuri la prosperità senza mettere a rischio il futuro delle prossime generazioni. Solo con un impegno comune possiamo affrontare con successo le sfide del turismo di massa e promuovere un’industria turistica sostenibile e responsabile.

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