Viaggi

Fenomenologia del Travel Grocery

Quando fare la spesa diventa un trend di TikTok
A cura di   Giulia Mariani

Shutterstock_by_ViDI Studios

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Fare la spesa in vacanza è trendy. Girare per i supermercati locali alla ricerca di prodotti food fa il salto di qualità, arrivando a posizionarsi alla stregua di musei e monumenti come esperienza culturale. Se fino a poco tempo fa era un guilty pleasure che difficilmente si confidava al collega preferito al ritorno dalle ferie, oggi è un trend di TikTok che macina views su views ogni giorno.

Si tratta del travel grocery, l’hashtag che racconta la tendenza a vivere gli acquisti nella grande distribuzione dei supermercati come parte dell’esperienza di viaggio, mimetizzandosi con i veri locals. Entrare in un supermercato con quest’ottica significa aprire la loro porta di casa ed è effettivamente un modo per entrare nella loro cultura. Si ha la percezione di vivere la stessa realtà, culinaria e non solo, di chi frequenta quegli stessi spazi. Siamo ciò che mangiamo, quindi se mangiamo come i locals, forse, lo siamo un po’ anche noi?

Un esempio di #travelgrocery, il trend virale su TikTok

Travel Grocery: non sei stato in vacanza se non sei entrato in un supermercato locale

Questa la caption di uno dei tantissimi contenuti virali che riempiono il feed, accompagnati da hashtag come #grocerystoretravel e #italygroceryhaul, il quale raccoglie tutti i contenuti dedicati esclusivamente ai supermercati italiani. Turisti americani sconvolti dai biscotti ripieni alla crema di pistacchio o dalle patatine al gusto porchetta, il reparto della pasta rinominato Pasta Island e interi video dedicati alle bottiglie di vino, esposte negli store come se fossero nelle cantine. A cogliere più di tutti l’attenzione? Gli alimentari di tipicità regionali, tra friselle pugliesi e rosticceria siciliana.

Paese che vai, supermercato che trovi

Sulla piattaforma di video sharing cinese trovano posto nel feed i grocery store di tutto il mondo. Dai mega-store statunitensi con i prodotti in formato maxi agli shop cinesi con gli snack più assurdi. I creator non si limitano, riempiono carrelli con barattoli di pickle, giganti - cetriolini in salamoia - e bak kwa, gli snack di carne di maiale marinata e stagionata con salsa di pesce, soia e spezie tipici del Sol Levante. Alcuni tra i focus: la bellezza dei minimarket delle isolette greche che vendono ouzo e formaggio di capra, i costi elevati dei supermercati svedesi, che vincono la medaglia d’oro dei supermarket più veg, e la multiculturalità a portata di forchetta degli store etnici londinesi.

Ma siamo sicuri che il travel grocery sia soltanto un trend? Tutti almeno una volta abbiamo girato per gli store stranieri alla ricerca delle pietanze più assurde, nel tentativo di assaggiare qualcosa di nuovo o di vedere quanto la cultura alimentare possa essere differente dalla nostra. Allora, è soltanto una nuova abitudine turistica, che ha molti punti di contatto con l’overtourism, o è una di quelle attività di cui prima ci vergognavamo a condividere con gli altri e che TikTok, i social network, hanno avuto la capacità di sdoganare?

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