Viaggi
Shutterstock_by_Radu Bercan
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Pongamos limites al turismo. Poniamo limiti al turismo, questa la frase che campeggia sui cartelloni dei manifestanti che da qualche mese, ormai, stanno riempiendo le piazze di Barcellona. A mobilitare la cittadinanza catalana è un problema che intacca il benessere abitativo: il turismo invasivo e incontrollato, di cui la città è una delle principali vittime. Stiamo parlando del fenomeno dell’overtourism, il turismo di massa non sostenibile che consuma le città, con conseguenze di ampio peso sulla qualità della vita. A Barcellona l’insostenibilità del fenomeno risiede principalmente nell’aumento del caro-vita e nell’impatto negativo sul diritto alla casa. Gran parte dei residenti è sostanzialmente forzata all’espulsione dalla città, a causa dei prezzi spropositati del mercato immobiliare, con crescita dei costi degli affitti del 68% e degli acquisti del 38% solo negli ultimi 10 anni, e conseguente spersonalizzazione dei quartieri, che gradualmente sono diventati quartieri-cartolina. Il centro storico, in particolar modo la zona del Barri Gòtic, ha perso la sua autenticità, trasformandosi in un parco giochi per turisti. La città, inoltre, non è in grado di fornire servizi per un quantitativo di persone così elevato, da cui i mezzi di trasporto che strabordano, le linee di comunicazione congestionate, la gestione dei rifiuti non idonea e i continui disservizi, nemici della sostenibilità ambientale, oltre che abitativa. La questione, inoltre, è acuita da un gap tra turista e residente difficile da smarcare. Chi viaggia non è in realtà consapevole della creazione di tali disservizi, proprio per la natura stessa del viaggio: il turista vive inevitabilmente la città in modo differente dall’abitante locale e incrina, inconsapevolmente, il benessere abitativo.
La questione è emersa recentemente a causa del raggiungimento di una soglia insostenibile, ma ha radici più lontane. Il sovraffollamento turistico di Barcellona è iniziato con le Olimpiadi 1992, quando con i lavori di rinnovamento urbanistico e la presenza di un evento catalizzatore di tale portata sono aumentate sia la promozione turistica che, conseguentemente, le persone desiderose di scoprire la città. I lavori per le Olimpiadi 1992 hanno completamente ridisegnato la città, con la creazione di alcune aree ad hoc per un turismo di massa votato al divertimento. Dopo il Covid-19, la situazione è sfuggita di mano. Da un lato, durante le misure di contenimento della pandemia, la popolazione si era ritrovata a sperimentare una città svuotata, senza turisti, che funzionava meglio e in cui i servizi erano adeguati per il numero di persone. Dall’altro lato, il turismo post pandemico ha cambiato volto: la cosiddetta FOMO, la paura di essere privati delle esperienze, è esplosa dopo il Covid-19 e sempre più persone si sono ritrovate a viaggiare più di quanto facevano in precedenza, in una forma di revenge tourism. La differenza nel post-pandemia è stata lampante, al punto che per i residenti è stata più significativa la rinnovata presenza che l’assenza che l’aveva preceduta. A luglio 2024, sono esplose le proteste per l’overtourism, al grido di Tourist go home, you are not welcome.
Anche altre località spagnole stanno lamentando la stessa problematica: da Malaga a Cadice fino alle Isole Canarie, che nel 2023 hanno registrato un flusso di 13,9 milioni di turisti su 2,2 di residenti. La questione, però, è molto complicata. L’economia di Barcellona si regge sul turismo, che apporta il 14% del PIL e fornisce 150 mila posti di lavoro. Barcellona si sta ergendo a esempio nella ricerca di soluzioni per sostenere al contempo economia, turisti e popolazione residente. L'amministrazione cittadina ha già individuato alcune misure da applicare per cercare di invertire il trend e convertire l’overtourism in turismo responsabile e sostenibile. Tra questi, l’aumento della tassa di soggiorno negli alloggi turistici, dagli hotel alle crociere, che con soggiorni di 12 ore sono la principale fonte di overtourism; all’approvazione manca solo il nulla osta del governo della Generalitat, ma si prevede l’attuazione a partire da settembre/ottobre 2024. La misura che potrebbe avere maggiori riscontri, però, è quella relativa alle licenze. Il sindaco Collboni ha annunciato che entro il 2028 ritireranno oltre 10 mila licenze per abitazioni adibite ad affitti turistici a breve termine. Barcellona sta aspirando a diventare il laboratorio per elaborare un nuovo modo più consapevole e sostenibile di viaggiare. Il mondo intero sta a guardare.