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Elon Musk presenta Telepathy

Tutto sul primo chip impiantato in un essere umano
A cura di   Fabio Giusti

Shutterstock - Photo by Dan76

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L'ok definitivo era arrivato a settembre. E ora, per la prima volta, un chip di Neuralink è stato impiantato nel cervello di un essere umano. Lo ha annunciato lo stesso Elon Musk, proprietario dell'azienda. L'obiettivo della sperimentazione è quello di aiutare persone con problemi neurologici e lesioni. Il chip dovrebbe infatti essere in grado di rilevare i segnali cerebrali e inviarli a un'interfaccia che, una volta elaborati, consente a una persona di utilizzare un computer, un telefono o altri device attraverso il proprio pensiero. "L'uso iniziale - ha poi affermato Musk - è per chi ha perso l'uso delle gambe. Immaginate se Stephen Hawking avesse potuto comunicare più velocemente". Ecco come funziona il chip chiamato Telepathy, come viene impiantato e cosa sapere sulla sperimentazione.

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Come funziona Telepathy

Come già detto, questo impianto punta a connettere l'essere umano ad un computer. Il dispositivo, attraverso dei sensori, raccoglie i segnali cerebrali e li trasforma consentendo ad una persone di eseguire delle azioni su un computer. L'impianto è formato da cinque elementi: una capsula esterna realizzata in materiale biocompatibile, una batteria che può essere ricaricata, i microchip, che traducono i segnali cerebrali e li trasmettono ai dispositivi, e 24 fili dotati di 1024 elettrodi che vengono collegati al cervello. L’agenzia di stampa Reuters spiega che, per la sperimentazione, Neuralink utilizza un robot per posizionare chirurgicamente il chip in una regione del cervello che controlla gli impulsi al movimento. 

Gli scienziati raccomandano cautela

Per quanto Musk assicuri che il paziente sul quale è stato effettuato l'impianto si stia riprendendo bene, nessuna delle sperimentazioni fatte finora è stata mai descritta in articoli su riviste scientifiche. Una modalità a dir poco inconsueta che spinge quindi la comunità scientifica a una certa cautela. In una nota Paolo Maria Rossini, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell'IRCCS San Raffaele di Roma, fa sapere che "L'annuncio dell'impianto cerebrale Telepathy su di un essere umano è interessante, ma l'entusiasmo che ha suscitato è, per ora, poco motivato". Di conseguenza "le prossime giornate e settimane saranno determinanti per comprendere se e quanto questo tipo di approccio potrà dare le risposte paventate". 

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