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Con Green Cube gli orti spaziali diventano realtà

La soluzione per garantire cibo agli astronauti durante le lunghe missioni spaziali
A cura di   Fabio Giusti

Shutterstock - Photo by vanitjan

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In un bel film di Ridley Scott del 2015, Sopravvissuto - The Martian, un astronauta (interpretato da Matt Damon) abbandonato su Marte perché ritenuto erroneamente morto dai suoi compagni di spedizione, riesce a trovare un modo per produrre dell'acqua, creando così una coltivazione di patate che gli consenta di sopravvivere fino all'arrivo della spedizione successiva. Ora, quello di Scott è molto evidentemente un film di fantascienza ma, come spesso accade, la distanza tra certe suggestioni cinematografiche e la realtà può farsi assai sottile.

Perché è ormai da oltre vent'anni che si sperimentano, con l'Italia in prima linea, tecnologie avanzate che permettano colture in ambienti estremi e, nello specifico, in assenza di gravità. Immaginate, ad esempio, di poter produrre insalate, fragole, zucchine all’interno di una navicella spaziale. È il progetto a cui stanno lavorando da tempo gli scienziati e i ricercatori dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, insieme all’Università degli Studi Federico II di Napoli, la Sapienza di Roma e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

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Missioni nello spazio nate con lo scopo di verificare i requisiti di fattibilità e misurare gli avanzamenti di alcune tecnologie nello studio degli orti spaziali. Come il progetto Green Cube, un mini-orto spaziale in orbita dal 2022 a 6 mila chilometri dalla Terra. Green Cube rappresenta, ad oggi, la produzione agricola più distante dalla Terra e sta dimostrando come sia possibile, per gli ortaggi, vivere anche in assenza di suolo e ossigeno, grazie alla coltivazione in idroponica e ai sensori hi-tech che monitorano i parametri vitali.

La sperimentazione della cultura idroponica, fuori suolo, viene gestita direttamente da Terra e servirà per verificare la capacità di micro-verdure selezionate di crescere e svilupparsi nonostante le difficili condizioni. Piccola curiosità: per il primo esperimento è stata una pianta aromatica, il crescione, una piccola pianta ricca di acqua e sali minerali, tra cui spiccano fosforo, manganese, iodio, calcio, zinco e, come tante altre verdure a foglia verde, ferro.

 

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