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shutterstock_by_Amanda_lxx
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Hello Kitty, il gattino più famoso del mondo, compie gli anni, per la precisione 50. E, per celebrare il suo mezzo secolo, a Londra ha aperto i battenti la mostra Cute dedicata proprio a lei, l’ambasciatrice del Kawaii nel mondo.
Kawaii è una parola giapponese usata per definire tutto ciò che appare carino e irresistibilmente tenero. In pratica tutto quello che vorreste abbracciare fino allo sfinimento. Sebbene si tenda a considerare la cultura Kawaii un fenomeno contemporaneo, la predilezione del popolo giapponese per tutto ciò che è carino affonda le sue radici nell'antichità. Nasce infatti in Giappone durante il periodo Edo – parliamo quindi del diciassettesimo secolo – anche se raggiunse il momento di massimo splendore negli anni 70. Chi era bambino negli anni 80-90 sicuramente si ricorderà di cartoni giapponesi quali Candy Candy o Hello Spank che, con personaggi dagli occhioni dolci, conquistarono veramente tutti. L’amore per il Kawaii ben presto si estese però anche in ambito stilistico, con l'entrata in scena delle Lolite: ragazze dal vestiario ricco di pizzi sfarzosi e dai colori sgargianti. Da quel momento il Kawaii non si arrestò più e, a poco a poco, anche l’ostacolo anagrafico venne meno: da prima appannaggio dei più giovani, successivamente divenne parte integrante nel mondo degli adulti: basti pensare a gioielli o orologi cute.
In poco tempo questa cultura fatta solo di dolcezza approdò anche all’estero. Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto questo stile abbia influenzato anche il nostro modo di vivere. Il Kawaii può essere applicato veramente a tutto: una mostra, una location arredata in maniera particolare ma anche un piatto carino da vedere o perfino il modo di comportarsi. In ambito artistico questo stile si può notare, ad esempio, nelle opere di Margaret Keane, l’artista statunitense che raffigurava i suoi personaggi con occhi enormi spesso tristi e molto espressivi la cui storia è stata raccontata da Tim Burton nel film Big Eyes. Più semplicemente si può rilevare del Kawaii anche nelle location: forse vi sarà capitato di ritrovarvi in ristoranti dalle pareti completamente rosa dove siete circondati da peluche di orsetti super morbidi e cuscini con stampe super cute. Anche nel food ritroviamo il Kawaii, sempre più spesso si dà più peso all’aspetto del cibo che al sapore. Così divengono virali piatti “carini”: basta pensare alle Smiling Eggs o a tutte quelle opere di cake design dove le torte vengono ricoperte da glasse color pastello e figurine davvero tenere.
Nel tempo il Kawaii ha raggiunto un’importanza tale da rivestire un importante ruolo anche in ambito politico. Il governo nipponico investe nella diffusione a livello mondiale del kawaii per competere con la cultura americana, basti pensare che il ministro degli esteri Nakasone ha nominato nel 2009 tre ambasciatrici del Kawaii per promuovere la cultura giapponese all’estero.
Insomma, che tutta questa fascinazione per il carino nasca dalla voglia di evasione dalla realtà, a vantaggio di una sua versione edulcorata, o meno, è indubbio che il Kawaii sia ad oggi un trend culturale a pieno titolo.