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Marilyn Monroe, Shutterstock - Photo by Wikipedia Commons
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Marilyn Monroe, Shutterstock - Photo by Wikipedia Commons
Il costume da bagno, oggi un must-have per l'estate, ha una storia sorprendentemente ricca. Nato alla metà del XIX secolo per coprire più che scoprire, si è trasformato radicalmente nel corso degli anni. Da semplice indumento funzionale a simbolo di libertà e tendenza di moda, il costume da bagno non è solo un accessorio per tuffarsi in acqua, ma una vera e propria testimonianza dei cambiamenti culturali e sociali che hanno attraversato le generazioni.
Nel XIX secolo, i costumi da bagno erano pesanti e ingombranti, con il risultato di limitare la mobilità di uomini in maglie e pantaloncini lunghi e donne in abiti di lana o flanella. Col XX secolo e l'allentarsi delle norme sociali, i costumi divennero più leggeri ed elastici, lasciando scoperte le gambe per lo meno fino al ginocchio. Il 1946 è l'anno della svolta. Nasce il bikini, introdotto da Louis Réard, che, mostrando l'ombelico, provoca scandalo ma allo stesso tempo seduce. L'audace invenzione rivoluzionò talmente il campo della moda e delle abitudini sociali da essere paragonata, inizialmente, alla bomba atomica. E, non a caso, il nome deriva dall'omonimo atollo delle Isole Marshall, in Oceania, dove gli americani, proprio in quel periodo, in piena Guerra Fredda, stavano effettuando esperimenti nucleari.
In seguito fu Brigitte Bardot, immortalata in bikini a Cannes, nel 1953, a rendere popolare il due pezzi in Costa Azzurra, arrivando poi a creare un vero e proprio mercato negli Stati Uniti dopo l'uscita del film Piace a troppi (1958), che la consacrò come sex symbol. Gli anni '60 e '70 videro la Lycra rivoluzionare i costumi da bagno in termini di aderenza e comfort. Per gli uomini, parallelamente, si diffuse il Port Cros, ispirato ai pescatori della Provenza, con una corda regolabile alla vita. Dagli anni '80 al 2000, i costumi da bagno seguirono le evoluzioni culturali e tecnologiche. Se negli effervescenti anni '80 i modelli osavano con neon e tagli alti – una tendenza ampiamente seguita anche nel decennio successivo –, nei primi anni 2000 iniziò il focus sulla sostenibilità grazie a materiali riciclati e avanzati.
Le icone del piccolo e grande schermo hanno avuto un ruolo fondamentale nel plasmare l'immaginario collettivo dei costumi da bagno, dal bikini alla versione intera. Figure leggendarie come Ursula Andress, emergendo dall'acqua con le conchiglie in mano in Agente 007 - Licenza di Uccidere, e Halle Berry, in un memorabile bikini arancione ne La morte può attendere, hanno esibito il bikini come simbolo di sensualità e audacia. Allo stesso tempo, il costume intero ha avuto le sue icone, da Marilyn Monroe a Lady Diana, passando per la Pamela Anderson di Baywatch, il cui costume rosso è diventato in breve tempo un'icona a sé. Anche Barbie, interpretata da Margot Robbie nel recente omonimo film, porta con sé un'eredità di costumi che hanno segnato epoche, mostrando come sia il bikini che il costume intero possano essere tanto simboli di stile quanto di potere personale.
I costumi da bagno di oggi si distinguono per le loro fantasie ardite e colori brillanti, ma anche i modelli a tinta unita sono molto apprezzati per uno stile più classico. Le donne possono scegliere tra bikini e costumi interi con tagli originali e dettagli come volant e aperture, mentre gli uomini hanno a disposizione boardshorts e slip, vivaci o monocromatici. Con l'avvento del nuovo millennio, la sostenibilità è diventata un fattore chiave nella produzione di costumi da bagno, con l'uso di materiali di recupero e metodi di produzione ecologici. Il futuro sembra orientato verso l'innovazione, con tessuti che si adattano alla temperatura del corpo o cambiano colore con la luce, rendendo i costumi da bagno più funzionali e personalizzabili.