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Arrivano dal Giappone e si chiamano Capsule Hotel

Voi ci dormireste in un albergo che somiglia a un alveare?
A cura di   Fabio Giusti

Shutterstock - Photo by Abdul Razak

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Shutterstock - Photo by Abdul Razak

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I Capsule Hotel, che in italiano potremmo tradurre con il nome – a dire il vero non così allettante – di “alberghi capsulari”, sono una particolare categoria di alberghi nata in Giappone (per la precisione ad Osaka) nel 1979. Per molto tempo diffusi solo nelle grandi metropoli del Sol Levante, negli ultimi anni, queste singolari strutture ricettive si stanno però diffondendo ovunque, da Copenaghen a Kuala Lumpur. Ma cosa sono i capsule hotel e cosa li rende così particolari? Sono delle strutture ricettive che, al posto di normali camere d’albergo, offrono ai loro ospiti delle stanze piccolissime, dette appunto “capsule”, il cui spazio interno è ridotto al minimo.

Si tratta infatti di blocchi modulari, in plastica o in fibra di vetro, lunghi due metri, larghi uno e alti 125 centimetri, al cui interno si può stare solo seduti o sdraiati. L’arredamento delle stanze è minimal, costituito esclusivamente da un materasso con lenzuola e cuscino, una lampada, qualche mensola per poggiare oggetti piccoli e una o più prese di corrente. Lo spazio per i bagagli non c’è e borse e valigie vanno lasciate in depositi bagagli dotati di armadietti e sorvegliati 24 ore su 24.

Come funzionano i Capsule Hotel

Il check-in e il check-out vanno fatti giornalmente: quindi, se si alloggia per più di un giorno, dovrete ripetere le operazioni di check-in ogni mattina. I bagni, ovviamente, sono in comune e, nei corridoi, sono presenti gli immancabili distributori automatici di cibi e bevande. Su ogni piano ci sono un certo numero di capsule sistemate una accanto all’altra e, a volte, anche una sopra l’altra, tanto da dare l’impressione di trovarsi di fronte ad un grande alveare con tutte le sue cellette.

In realtà, a dispetto della filosofia spartana alla base del concept, nei capsule hotel si cerca di fornire agli ospiti il massimo del comfort e della privacy. Le camere sono essenziali, ma hanno comunque il televisore, il collegamento a internet e un servizio di sveglia, generalmente luminoso per non arrecare disturbo ai vicini di stanza. Il primo capsule hotel è stato realizzato nel 1979 a Umeda, un distretto di Osaka; si chiamava, e si chiama tutt’ora, Capsule Inn Osaka. Ma perché i giapponesi hanno sentito la necessità di creare i capsule hotel?

Shutterstock - Photo by Sakarin Sawasdinaka

Le ragioni dietro la nascita dei Capsule Hotel

I capsule hotel sono nati per andare incontro alle esigenze dei Salarymen, ovvero, gli impiegati pendolari delle grandi aziende giapponesi che spesso erano e sono costretti a lavorare fino a tardi perdendo l’ultimo treno per tornare a casa. Negli ultimi anni, comunque, i capsule hotel sono diventati un punto di riferimento anche per molti viaggiatori (che, banale a dirsi, non soffrono di claustrofobia) poiché consentono di soggiornare nelle grandi metropoli giapponesi spendendo poco.

In media una notte in una capsula costa tra i 20 e i 40 euro, a seconda del tipo di sistemazione e dei servizi offerti dalla struttura. Alcuni hotel offrono anche la possibilità di soggiornare in capsule doppie e i prezzi variano dai 50 ai 65 euro. Detto ciò, i capsule hotel sono l’opzione ideale se si ha un budget basso e se si vuole visitare le grandi metropoli con facilità. Dal punto di vista logistico, infatti, i capsule hotel sono l’ideale poiché sono quasi sempre situati in quartieri centrali e nelle vicinanze di metro e stazioni degli autobus.

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