Food & Drink

Upcycling culinario, così si recupera il cibo

La pratica zero waste che fa bene all'ambiente (e al portafogli)
A cura di   Silvia Bartolomei

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Il termine upcycling è generalmente usato per indicare l’attività da perseguire per donare nuova vita ad un oggetto che probabilmente sarebbe stato buttato. Ma se vi dicessimo che l’upcycling può essere applicato anche al cibo?

Si tratta di un concetto che, in fondo, è sempre esistito. Basti pensare al modo di cucinare delle nostre nonne, quando il cibo non più adatto a essere consumato come di consueto veniva trasformato in qualcosa di nuovo: il pane raffermo, ad esempio, per realizzare il pangrattato o le polpette. Ecco, in sintesi, l’upcycling culinario.

L’upcycling è oggi divenuto un vero e proprio trend, tanto che numerose aziende hanno deciso di introdurre programmi di recupero virtuoso. Tra queste figura sicuramente l’americana “The Ugly Company”, che ricicla la frutta fresca imperfetta rendendola frutta secca, salvando così un gran numero di alimenti esteticamente "brutti" (da cui il nome) altrimenti destinati al macero.

C’è chi delle banane troppo mature ne ha fatto dolcetti, o chi ha deciso di utilizzare gli scarti di prodotti ittici per preparare hamburger o, ancora, chi ha realizzato farine con la buccia di frutta edibile. Insomma, l'imperativo è salvare i prodotti dallo spreco.

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Anche i ristoranti stanno seguendo questo trend, posto che sempre più importanza è data alla politica del no waste. La preparazione di piatti gourmet implica l’utilizzo integrale del prodotto. Ogni parte animale viene utilizzata, da cui la riscoperta delle frattaglie e l'utilizzo sempre più diffuso delle ossa come fondo di cottura. E siccome in cucina non si butta via nulla, anche gusci d’uovo o verdura con principi di muffa vengono utilizzati per realizzare le ricette. Vi sono poi ristoranti che hanno pensato di evitare lo spreco alimentare ritirando prodotti non più vendibili al supermercato a causa delle scadenze, donando loro nuova vita all'interno di piatti distribuiti gratuitamente.

Riciclati sì, ma controllati

A garanzia del riciclo consapevole l’Upcycled Food Association ha rilasciato delle certificazioni per quei prodotti che rispettano determinati criteri. Per poter rientrare tra i prodotti certificati, almeno il 10% degli ingredienti usati per la loro realizzazione deve provenire dall'upcycling. Ovviamente, tutto ciò che deriva da un processo di recupero deve fornire indicazioni trasparenti in etichetta.

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Risparmio e guadagno

Quasi tutti ormai conoscono l’app “Too Good To Go”, che si occupa di mettere in vendita prodotti avanzati a un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello originario. Dai dolci ai panificati, passando per i prodotti del supermercato, tutto è recuperabile. Insomma le possibilità ci sono e fare la nostra parte è davvero facile. La particolarità di questa app è che una volta “salvato” un prodotto si acquista più consapevolezza sul vantaggio non solo economico, ma anche ecologico (a cominciare dalla CO2 risparmiata).

Perché accettare di mangiare questi prodotti? Semplice, perché oltre a consumare prodotti gustosi e di qualità dal costo contenuto, avrete contribuito a ridurre lo spreco alimentare, facendo così un gesto d'amore verso il Pianeta.

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