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Piatti tipici delle feste. Shutterstock by Pressmaster
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Piatti tipici delle feste. Shutterstock by Pressmaster
Se c’è un momento in cui le tavole italiane esplodono in tutta la loro magnificenza è indubbiamente quello delle festività natalizie. Ogni regione può vantare ricette tipiche della tradizione dicembrina, ma alcune sono talmente connotate nel loro legame con il Natale da aver facilmente infranto le barriere geografiche per insinuarsi un po’ in tutte le città dello Stivale, trovando un approdo sicuro nei pranzi e nelle cene del periodo più magico (e mangereccio) dell’anno. Dai tortellini in brodo al baccalà, passando per gli immancabili quanto divisivi pandoro e panettone, ecco i piatti tipici delle feste, anzi, le superstar della cucina nostrana tra il 24 dicembre e il 1° gennaio.
L'elenco sarebbe potenzialmente infinito, data la costellazione di abitudini culinarie nel Bel Paese, ma da Natale a Capodanno esistono delle certezze: i piatti di seguito non mancano mai e uniscono i commensali da Nord a Sud, indipendentemente dal loro dialetto.
Un’autentica regina della tradizione emiliana, che troneggia incontrastata da Bologna e Modena, città d’origine, fino a Napoli durante le festività natalizie. Strati di pasta fresca, ricca di uova e farina, intervallati da un ragù denso e saporito, preparato con carne di manzo e maiale, e una generosa dose di besciamella cremosa: questo l’identikit della lasagna, che da rustica pietanza, conosciuta in epoca romana e poi consacrata nel Medioevo, è diventata simbolo indiscusso di italianità. Prepararla è un atto d'amore che porta in tavola a Natale la sensazione di casa, di famiglia (e, naturalmente, di festa).
Piatto d’eccezione del pranzo del 25 dicembre, i tortellini in brodo hanno fatto strada dalle case del Nord fino a raggiungere le tavole di tutta la Penisola. Si tratta di piccole perle di pasta ripiene di carne (spesso maiale, prosciutto e mortadella) affogate in un brodo caldo e profumato, preparato con pazienza. La ricetta – antica, risale al 1300 – è patrimonio della cucina emiliana ed è osservata tra i colli bolognesi con rigore scientifico, ma l’ibridazione con le diverse culture regionali ha dato luogo a una miriade di varianti, nel presente sempre più in chiave vegetariana. Insomma, indipendentemente dal ripieno e dalla sapidità del brodo, i tortellini entrano a pieno diritto nel menù delle feste.
È emblema del Natale al Sud, nonostante sia stato introdotto a Venezia dalle fredde acque del Nord Europa: la prova che il baccalà è forse uno degli alimenti che più sono riusciti a mettere radici sul territorio nostrano. Conservato sotto sale, è un pesce che, a dispetto delle sue umili origini, ricopre una posizione d’onore in particolare in Campania, dove è protagonista assoluto della cena della Vigilia: il baccalà alla napoletana, infatti, preparato con pomodorini, olive, capperi e un filo d’olio extravergine, è ormai un vessillo della cultura culinaria mediterranea. In altre regioni viene mantecato, fritto o cotto in umido, ma il risultato è sempre lo stesso: un tripudio di sapori avvolgenti, caldi, senza i quali la tavola del 24 dicembre non è davvero festiva.
È simbolo di abbondanza, ed è per questo che a Capodanno, pur se non universalmente amato, un pezzo di cotechino è d’obbligo, accompagnato naturalmente dalle lenticchie, il cui potere benaugurante è riconosciuto sin dall’epoca dei Romani. Da consumare poco prima della mezzanotte, l’accoppiata iconica della notte più lunga dell’anno ha nel Nord Italia il suo luogo d’elezione, ma si è presto ancorata a tutto il territorio, fino a diventare un’usanza irrinunciabile per festeggiare un nuovo inizio. La carne di maiale – animale associato alla ricchezza, nell’antica cultura contadina, motivo per cui era consumata solo nelle occasioni speciali, quali San Silvestro – viene cotta lentamente fino a raggiungere la morbida consistenza che la contraddistingue. Un piatto sicuramente poco dietetico, ma che resta la quintessenza delle feste.
Crudo, marinato, affumicato, al forno: il salmone è diventato una di quelle pietanze che, pur non evocando nell’immediato l’atmosfera natalizia, rientra nei piatti tipici delle feste per via della sua straordinaria versatilità che l’ha reso onnipresente nei menù della Vigilia, dall’antipasto al secondo, soprattutto. Che sia ripieno per panini farciti, guarnizione per tartine, condimento per la pasta, o piatto principale da accompagnare a insalate e salse, il salmone si qualifica come un jolly della cucina, in grado di aggiungere un tocco di eleganza alla tavola. Per questo è amato lungo tutto lo Stivale: la sua capacità di elevare qualsiasi ricetta lo rende l’alleato indispensabile per un Natale sofisticato.
Non è realmente Natale senza pandoro e panettone; ma, soprattutto, senza l’eterno scontro tra tifoserie che questi due dolci si portano dietro: da un lato i fedelissimi del primo, che inneggiano alla sua morbidezza perfetta, al suo profumo avvolgente di burro e alla sua delicatezza; dall’altro i sostenitori del secondo, che lo difendono in quanto immagine dell'autentica tradizione natalizia italiana. Il pandoro, soffice e leggero (solo al palato, si intende), arriva dai laboratori veronesi, mentre il panettone, ricco di uvetta e canditi – bersaglio dei detrattori –, è l’orgoglio di Milano. Entrambi si condividono tra amici e parenti e raccontano insieme l’attesa e la gioia delle feste. Per finire di consumare quelli accumulati in casa, però, spesso si va ben oltre l’Epifania.