Food & Drink
Shutterstock - Photo by Andrii Medvediuk
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Shutterstock - Photo by Andrii Medvediuk
É indubbio che, ormai già da qualche anno, lo Spritz sia diventato il più quotato tra i long drink in circolazione, riuscendo nell'impresa di scalzare, sui tavolini dei locali da aperitivo di più o meno qualsiasi città, il ben più esotico Mojito. In genere funziona così: capisci che un drink è entrato in pianta stabile nelle abitudini sociali quando anche solo il nome diventa parte integrante del linguaggio comune; quasi un codice condiviso. E oggi è idealmente più facile che qualcuno ci chieda di andarci a "fare uno Spritz" che non il più classico (e vago) "Più tardi ti va un aperitivo?". Dove invece lo Spritz è un'istituzione da sempre è nella città in cui ha avuto i natali, a Venezia. Ora, che lo Spritz sia nato tra le calli della Serenissima lo sappiamo un po' tutti. É cosa invece (un po') meno nota che ciò sia accaduto addirittura agli inizi dell'Ottocento. E che, in origine, non fosse proprio come lo sorseggiamo oggi. Prosecco, bitter e seltz? È solo la sua più “recente” evoluzione.
Lo Spritz nasce durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto, tra fine ‘700 e inizio ‘800, quando i soldati asburgici iniziarono a fare la conoscenza dei vini veneti. Un rapporto che non partì proprio con il piede giusto, se è vero che, inizialmente, vennero giudicati "troppo forti" per i loro palati. E così, per addolcirne il sapore, i nostri "ospiti" pensarono bene di allungarli con dell'acqua gassata. Insomma, alla base di questo drink così amato c’è la pratica più sacrilega per ogni amante del vino che si rispetti. Il nome stesso dello Spritz deriva, in effetti, dal verbo tedesco spritzen che vuol dire appunto "spruzzare". Vino bianco e acqua gassata quindi: questo fu il primo Spritz, nella sua matrice austro-ungarica. E attenzione, perché in alcune zone del Friuli Venezia Giulia, se chiedete uno Spritz, vi portano ancora questo.
Una prima evoluzione si ebbe nei primi del Novecento, quando si diffusero i primi sifoni per l’acqua di Seltz che divennero un’alternativa all’acqua frizzante. Ma lo Spritz come lo conosciamo oggi nacque solo negli anni Venti, quando si pensò di “macchiare” la miscela con un po’ di Bitter. Non si fece in tempo a dire “Bitter” che subito ne spuntarono fuori altre due versioni. Quella più “continentale”, a Padova, con l’Aperol; e quella tipicamente “lagunare” con il Select, un particolare tipo di Bitter prodotto dalla storica distilleria dei fratelli Pilla. E se quest’ultimo rimane orgoglioso appannaggio di Venezia, il primo si diffuse in tutto il Nord Italia fin dagli anni 70, per poi raggiungere il successo globale, tanto da essere inserito negli elenchi dell’IBA (International Bartenders Association) con la denominazione di “Spritz veneziano”.
Parte del successo dello Spritz ha a che fare con la sua capacità di essere costantemente reinterpretato in base ai tempi e, soprattutto, ai gusti delle persone. Le combinazioni sono pressoché infinite. Di seguito vi proponiamo una nostra piccola selezione con le migliori varianti di Spritz.
Spritz Campari
Spritz Cynar
Spritz Hugo
Spritz bianco con limone
Spritz violet
Spritz analcolico