Food & Drink
Shutterstock_by_Sea Wave
#FFFFFF
Shutterstock_by_Sea Wave
Nell’immaginario collettivo, i pasticcini sono ciò che di meno dietetico possa esistere sulla faccia della Terra. Eppure, questa antinomia ha ormai i giorni contati e l'idea di salvaguardare sia il gusto che il benessere fisico non è più utopia. Il nuovo trend del momento è la pasticceria crudista, nata con l’intento di creare dolci sani e nutrienti grazie alle tecniche della cucina crudista. È l’ingrediente a tornare al centro del processo culinario e non i metodi di cottura: tutti i componenti delle ricette sono rigorosamente biologici, non lavorati, plant-based, senza glutine e senza latte e derivati, quindi anche cruelty-free. La pasticceria crudista è inclusiva, adatta a tutti.
Frutta fresca, semi oleosi e frutta secca, quindi, sono gli ingredienti cardine attorno a cui si costruiscono le ricette, le basi che danno consistenza ai pasticcini. Nella filosofia crudista, i procedimenti di lavorazione non possono superare la temperatura di 42°C, per mantenere inalterate le qualità nutritive degli alimenti. In questo modo, sali minerali, vitamine, fibre e proteine rimangono totalmente puri. Una cucina totalmente naturale, che ricorda molto l’alimentazione delle origini dell’umanità.
Banditi burro e zucchero bianco raffinato, sofficità e dolcezza acquisiscono altre forme, meno consuete. C’è un intero mondo vegetale a cui attingere, ricco di componenti che sfuggono al nostro catalogo mentale degli alimenti. I vantaggi dell’alimentazione crudista e vegana sono innumerevoli: il corpo ha meno tossine da eliminare, è più pulito e funziona meglio, la digestione è agevolata e, non utilizzando gas o corrente elettrica e limitando gli allevamenti intensivi, fonti di emissione della CO2, anche il Pianeta ne trae giovamento.
Nell’impatto con la pasticceria crudista, come con tutte le novità, è difficile che ci sia un imprinting iniziale: è una dolcezza a cui non siamo avvezzi, più grezza, data principalmente dall’utilizzo di agave integrale, miele, eritritolo o zucchero di cocco. Il cacao stesso ha un sapore differente, non essendo né tostato né concato. Trovarsi spaesati al primo morso è quasi una certezza, ma si tratta soltanto di abitudine: il gusto c’è, dobbiamo solo rieducare il palato a un tipo di cucina meno elaborata, che non significa meno buona. Significa diversa, e il diverso non è mai qualcosa di negativo; semmai, è formativo.