Arte & Cultura
PARTHENOPE-di-Paolo-Sorrentino_Celeste-Dalla-Porta_foto-di-Gianni-Fiorito
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PARTHENOPE-di-Paolo-Sorrentino_Celeste-Dalla-Porta_foto-di-Gianni-Fiorito
"È stato meraviglioso essere ragazzi. È durato poco". È il grido d’amore e di giovinezza di Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino, presentato a maggio al Festival di Cannes e in tutte le sale dal 24 ottobre.
Una storia al femminile fortemente divisiva, come spesso accade con i film di Sorrentino. “E qual è la trama?” “Ma che donna ha voluto rappresentare?”, “Che cosa voleva dire?”, le domande principali a fine visione. Ma quella di Parthenope è anche una storia che – critiche a parte – si fa esperienza sensoriale: un invito a sentire e a vedere.
Perché Parthenope è anche la storia di Napoli, e Parthenope – la protagonista del film – si muove infatti nei vicoli di quella che molti chiamano "la città più bella del mondo": quella Napoli esagerata, complicata, sospesa, alterata, incoerente, colorata. Quella Napoli misera, nobile, bella, degradata. Quella unica, insomma.
Ma cosa resta di questa storia narrata attraverso i luoghi? E quali sono i luoghi protagonisti di questa malinconica poesia?
Il luogo maggiormente frequentato dalla protagonista incarna, forse, il vero senso del film. Villa Rocca Matilde, detta anche Villa Lauro, è infatti il posto nel quale Parthenope cresce e si forma. E forse è anche emblema di sé stessa, di una donna che porta sulle spalle il peso di una bellezza disarmante e di quella famosa sirena che, infatti, nell’acqua e sull’acqua vive e nasce, e che diventa con lei protagonista della storia.
Tra i luoghi del film non possiamo non citare Capri: lo sfarzo e l’eccesso di un luogo che viene fuori in una notte, e che, nel suo emergere così velocemente, irrompe, scombussola e squarcia. Proprio come la giovinezza, che “dura un attimo, è il tempo di un ricordo”…
E non potevano mancare folklore e caos, perché Parthenope ci accompagna tra le mille anime di Napoli e, giustamente, deve mostrarle tutte. Perciò passeggia tra i vicoli colorati e oltrepassa i luoghi comuni, e scava nella Napoli vera e viva per arrivare a quella più intima, quando alla Certosa di San Martino, nuda, indossa i gioielli di San Gennaro regalandoci un’immagine immortale.
E infine l'Università di Napoli, l’ultimo luogo emblematico, quello dove si afferma come studentessa e come donna, quello dove intrattiene legami profondi, quello che più di tutti la segna perché, più di tutti, spiega davvero non tanto chi è, quanto, piuttosto, la Parthenope che vuole diventare, quella donna felice che ricerca: ma come si fa a essere felici nel posto più bello del mondo?