Arte & Cultura
Shutterstock by Aeypix
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Siamo abituati a una fruizione dell’arte decontestualizzata: a un occhio poco critico le opere esistono soltanto nel momento stesso in cui si vedono, appese in una galleria e protette da una lussuosa cornice. Eppure, ogni dipinto ha una sua storia, ogni artista ha vissuto in un contesto preciso e, per capire pienamente il significato del loro operato, non si può prescindere dal background.
Il Musée d’Orsay, protagonista del dinamismo artistico parigino, lo sa bene: proprio per ricordare ai visitatori che un’opera d’arte esiste soltanto in base al contesto storico in cui è stata realizzata, ha organizzato un’esposizione, fino al 23 luglio, in cui l’elemento principale è l’indagine relazionale tra due artisti. Non si tratta di due artisti a caso, ma dei numi tutelari della corrente dell’impressionismo: Édouard Manet ed Edgar Degas.
Del rapporto tra questi due artisti si è detto molto nell’ultimo secolo, tra rumors e realtà dei fatti, ma mai era stata organizzata un’esposizione che sviscerasse a pieno il loro odi et amo. Entrambi figli del clima borghese della Parigi del fin de siècle, Manet e Degas inizialmente solcarono in parallelo le onde del fervente e neonato movimento Impressionista, fino al 1870. Questo è l’anno, infatti, in cui Manet iniziò il graduale distacco dalla corrente artistica, criticandola come sempre più lontana dalla sua poetica e ormai divenuta Monet-centrica. Degas, dal suo conto, restò sempre interno al movimento, senza però lasciarsi influenzare nelle sue scelte artistiche, continuando a rigettare l’en plein air e i virtuosismi degli altri esponenti. Due strade che corrono in parallelo, quindi, e che poi si diramano in due direzioni distinte: una più polemica ed esplicitamente autonoma, l’altra più pacifica sebbene, a suo modo, anch’essa indipendente.
Il primo un rivoluzionario, il secondo un avanguardista che si avvicinarono ed allontanarono più volte durante la loro vita, sino al definitivo riappacificamento pre-mortem. In questa mostra il Musée d’Orsay cerca di raccontare il complesso rapporto creativo e relazionale tra i due, tra alti e bassi, amicizia e rivalità.
Sono oltre 150 le opere esposte nella galleria, tra disegni, incisioni, pastelli, dipinti e stampe provenienti da collezioni private e pubbliche di tutto il mondo, come il Metropolitan di New York e la National Gallery di Londra: una raccolta di pezzi raramente esposti, in una narrazione inedita. La mostra, inoltre, è pensata appositamente per far immergere lo spettatore all’interno delle opere attraverso tecnologie interattive, documentazioni audio, touch screen e proiezioni multimediali.
Un evento per riscoprire due tra i più grandi innovatori dell’arte moderna, leggendoli sotto un altro punto di vista, più umano e un confronto artistico e personale tra i big dell’Impressionismo, tra analogie e differenze, all’interno del macro-racconto di un’epoca storica, fatta di caffè letterari, rivoluzione sociale e riscoperta della potenzialità delle idee, in cui tutti avremmo voluto vivere.
Giulia Mariani