Arte & Cultura
Deux Personnages 26 ottobre 1937 Olio, guazzo e acquerello su carta 46 x 62 cm Firmato in alto a destra Firmato, titolato e datato sul retro Galerie Lelong & Co, Paris ADAGP/Successió Miró/ Courtesy Galerie Lelong & Co.
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Deux Personnages 26 ottobre 1937 Olio, guazzo e acquerello su carta 46 x 62 cm Firmato in alto a destra Firmato, titolato e datato sul retro Galerie Lelong & Co, Paris ADAGP/Successió Miró/ Courtesy Galerie Lelong & Co.
A partire dal 14 settembre e fino al 23 febbraio 2025 il Museo Storico della Fanteria di Roma rende omaggio alla singolarità di Mirò e alla costruzione del suo mondo onirico su tela – e non solo, vista l’ampia presenza di ceramiche dipinte a mano e litografie – grazie a una mostra a lui dedicata. Una selezione di 140 opere, provenienti principalmente da collezioni private italiane e francesi e quindi poco conosciute, che ripercorrono le sperimentazioni dell’artista catalano, dalla rivoluzione del linguaggio alle semantizzazione dei colori e dei materiali. Un percorso denso ed eclettico, reso tale anche dalle influenze di amici e conoscenti che hanno fatto la storia dell’arte globale, come Picasso, Dalì e Man Ray, che trovano anch'essi un posto, seppur limitato, nell’esposizione.
Il percorso, dal carattere antologico e diviso in 8 aree tematiche, esprime il forte antidogmatismo artistico di Mirò, caratterizzato da un’indipendenza di pensiero così dirompente da diventare visionaria e da un’essenzialità tale da risultare primitiva. L’arte per lui ha il compito di andare oltre il visibile e la realtà e rappresenta soltanto il punto di partenza per la vera conoscenza, mai l’approdo gnoseologico. La personale diaspora di appartenenza culturale, il surrealismo lirico e l’equilibrio perfetto tra astratto e figurativo: queste le tematiche che trovano posto nel progetto di questa mostra, prodotta da Navigare Srl con il patrocinio di Ambasciata di Spagna in Italia; Instituto Cervantes di Roma; Regione Lazio e di Città di Roma, e a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo. L’obiettivo? Cercare di rileggere in chiave attuale un’idea d’arte concettuale e, al contempo, impulsiva, che ha così sconvolto la canonicità della storia dell’arte precedente.