Arte & Cultura
© DDR Museum, Berlin 2024
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© DDR Museum, Berlin 2024
Multiculturale, dinamica, alternativa: è Berlino. Culla dell’arte indipendente, fucina di idee e melting pot di culture differenti, la capitale tedesca è da sempre una delle mete predilette dagli anticonformisti di tutto il globo. E cosa c’è di più anticonformista che disertare le gallerie d’arte tradizionali, preferendo musei alternativi alle infinite collezioni permanenti. È il turismo dell’amusement, fuori dalle rotte ordinarie e alla portata di tutti, formativo e allo stesso tempo ricreativo, che sta prendendo sempre più spazio nel mondo della cultura contemporanea. Un viaggio di fuga dagli highlights, a Berlino è possibile. Anzi, in una città così, c’è un’opzione per ciascuno: a Berlino c'è posto per tutti. Ne abbiamo selezionate cinque, una per ogni tipo di persona, che faranno apprezzare ancora di più le vibes di Berlino.
Di fronte all’iconica Torre della TV, campeggia l’innovativo museo delle illusioni di Berlino. Tra illusioni ottiche e giochi sensoriali interattivi, la consapevolezza della realtà propria dell’essere umano viene meno e ci si catapulta in un mondo alternativo, tutto da provare. Non è ciò che sappiamo, ma ciò che percepiamo a creare l’unicità dell’esperienza. Realtà parallele in VR, mondi sottosopra e la sensazione di essere all’interno di un vortice inarrestabile, rimanendo fermi. È questo Illuseum, un museo che fa dubitare di se stessi, ma che è estremamente divertente e, al contempo, formativo. Ogni installazione è affiancata dalla spiegazione del fenomeno sperimentato, per capire il funzionamento profondo della psiche umana. Adatto a chi sa lasciarsi andare, è ancora in grado di stupirsi e non ha paura di mettersi alla prova. Anche se significa perdere l’equilibrio.
L’Alltag in der DDR è forse il museo più immersivo di Berlino. È un viaggio fisico nella storia contemporanea della Germania - fisico nel senso più immanente del termine, perché in questo museo si entra e si passeggia tra gli spazi di Berlino Est. Quel momento storicamente così denso, compreso tra la fine della Conferenza di Jalta nel 1945 e la Caduta del Muro nel 1989, in cui Berlino è stata divisa in blocchi d’influenza, è raccontato tra le mura di questo museo. L’arredamento accuratamente ricostruito, le abitudini di vita, i mezzi di trasporto e di comunicazione, tutto ciò che è esposto, racconta una Berlino differente che, in un secolo, ha attraversato cambiamenti epocali: sociali, culturali, architettonici e politici. Ci si ritrova in uno spazio-tempo alternativo, in cui Alltag in der DDR, e quindi Berlino, è la dimostrazione tangibile che il Novecento di Hobsbawm è davvero stato il secolo breve.
Tra le grandi riconversioni urbane europee rientra anche il Museo della tecnologia di Berlino. Come il più famoso Musée d’Orsay, anche questo museo si trova all’interno di una ex stazione ferroviaria, in questo caso quella di Anthalter. Proprio questa peculiarità architettonica è stata il punto di partenza per creare una galleria interamente dedicata all’evoluzione tecnologica dei mezzi di trasporto, delle telecomunicazioni e delle tecnologie energetiche. Attraverso un percorso cronologico, questo museo racconta il modo in cui si sono sviluppate alcune delle tecnologie moderne, dalla macchina fotografica alla locomotiva, dalle presse di stampa ai computer, fino ad arrivare alla più recente aggiunta della sezione dedicata alla tecnologia aerospaziale. In parallelo, oltre 250 esperimenti illustrano i fenomeni e i principi che hanno guidato i grandi sviluppi tecnologici. Varie sezioni tematiche, che rispondono a un unico grande quesito: in che modo l’uomo moderno ha creato il mondo di oggi? Adatto a persone per cui la conoscenza reale del mondo non è mai qualcosa da dare per scontato, ma da scoprire giorno dopo giorno. Perché l’apprendimento non va mai in vacanza.
La storia è fatta di persone, e le persone sono fatte di parole. Il Buchstabenmuseum è guidato da questo grande leitmotiv. È un piccolo tempio del passato, in cui sono conservate con dovizia le lettere dei tempi andati. Sono esposte insegne dei locali, oggetti tipografici, spazi pubblicitari o semipubblicitari, segni tipografici, pittogrammi in ogni forma o materiale. Se una lettera è esistita nella Berlino di ieri, sicuramente ha un suo spazio qui, per raccontare i cambiamenti urbani, sociali e, di conseguenza, di lettering di una città in movimento. Oltre alla parte grafico-oggettistica, c’è una sezione dedicata alla creazione, alla produzione e alla creazione di ciascun segno. Per chi la domenica mattina ama andare per mercatini vintage, vorrebbe che matita e carboncino non venissero mai sostituiti da Canva e Illustrator e storce un po’ il naso quando i locali rinnovano insegne e arredamento: perché in fondo, sotto sotto, anche se non vuole dirlo, ha un animo romantico.
A Berlino i nerd trovano il loro spazio anche fuori da The Big Bang Theory, all’interno del Computerspielemuseum. Il museo è una delle collezioni europee più grandi di giochi per computer, riviste sull’argomento e console: l’apoteosi per gli appassionati di gaming e sviluppi tecnologici. Sala dopo sala, si ripercorrono gli ultimi 70 anni del videogaming, che, da semplice passione di nicchia, si è trasformata in un fenomeno culturale di ampio respiro. Sono esposte le pietre miliari, come la prima macchina Arcade prodotta in serie, la prima console Odyssey e molti giochi famosi, ma anche alcuni prototipi mai resi pubblici. Oltre 300 oggetti in mostra, con alcuni dei quali si può anche giocare, allestiti in riproduzioni degli ambienti classici del gioco, come salotti anni 90 e sale giochi anni 80. Se la modalità aereo è difficile da affrontare soltanto perché non ci si può connettere con gli altri gamer, se le mensole della libreria sono piene di Funko Pop e i cosplay non sono solo un travestimento di Carnevale, il Computerspielemuseum è una tappa obbligatoria di ogni tour berlinese.