Arte & Cultura

Henri Cartier-Bresson e l'Italia fotografata

Il Bel Paese secondo il pioniere del fotogiornalismo, fino al 26 gennaio a Rovigo
A cura di   Giulia Mariani

© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

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© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Il 28 settembre Henri Cartier-Bresson approda a Palazzo Roverella, a Rovigo, per una mostra personale in corso fino al 26 gennaioOrganizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con la curatela di Clément Chéroux, e Walter Guadagnini, direttori delle rispettive Fondazioni, si tratta della più importante mostra mai realizzata in Italia sul fotografo francese pioniere del fotogiornalismo. A essere al centro dell’esposizione, il rapporto simbiotico di Henri Cartier-Bresson con l’Italia: quarant’anni di vita, privata e professionale, riportati su pellicola fotografica. Una storia d'amore. 

Sono circa 200 le fotografie esposte che, insieme a documenti d’archivio, giornali, volumi e lettere, ripercorrono la grande ricerca antropologica sul Bel Paese che Cartier-Bresson ha intrapreso dagli anni ‘30 fino al momento in cui abbandonò la fotografia, negli anni ‘70.

© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Il fotogiornalismo antropologico

Dal primo viaggio negli anni ‘30, che si presenta in apertura della mostra, al racconto della triade Napoli - Roma - Venezia degli anni ‘50 e ‘60, fino ai fotogrammi fermi nel tempo dedicati alle isole di Ischia e Sardegna. Non solo spazi e paesaggi, ma anche e soprattutto usi e costumi di una società in evoluzione: sulla scia delle ricerche antropologiche di Carlo Levi, Cartier-Bresson torna più volte in Lucania, in particolar modo a Matera, per andare a fondo nell’analisi visiva del cambiamento. Attraverso il continuo ritornare negli stessi posti a distanza di anni si riesce a toccare con mano il progresso che invade il Paese, i cambiamenti sociali ed economici che nei decenni investono la Penisola e che ben vengono narrati nel percorso espositivo. Quello di Cartier-Bresson era un approccio fotogiornalistico, oltre che creativo. Autore di importanti servizi per le grandi riviste illustrate, come Harper’s Bazaar, riuscì a raccontare la Penisola in modo schietto e autentico, in un’epoca storica in cui il racconto fotografico dell’Italia era spesso edulcorato, senza però sottrarre fascino al Bel Paese. Il tempo passa e i fermo immagine di Henri Carter-Bresson raccontano molto più di una semplice fotografia.

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