Arte & Cultura

Munch a Milano, apologia dell'inquietudine

Fino al 26 gennaio 2025 è in mostra a Palazzo Reale "Il Grido Interiore"
A cura di   Giulia Mariani

Edvard Munch Starry Night 1922–1924 Oil on canvas, 80,5x65 cm Photo © Munchmuseet

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Edvard Munch Starry Night 1922–1924 Oil on canvas, 80,5x65 cm Photo © Munchmuseet

Edvard Munch Starry Night 1922–1924 Oil on canvas, 80,5x65 cm Photo © Munchmuseet

Dopo 40 anni, torna a Milano Edvard Munch con una grande esposizione a Palazzo Reale, dal 14 settembre al 26 gennaio 2025. Realizzata da Arthemisia e Palazzo Reale, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo e con il patrocinio dell’ambasciata di Norvegia a Roma, quella di Milano è soltanto la prima tappa di una retrospettiva che toccherà a febbraio 2025 anche la Capitale. Oltre un centinaio le opere esposte, tra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895) e Notte stellata (1922-19249), in un continuo andirivieni dall’espressionismo europeo a quel simbolismo tipicamente ottocentesco dalla semantica tagliente.

L'arte di Munch come biografia del dolore

Il "Grido Interiore" – questo il titolo dell’esposizione – è quello di Munch artista, ma anche quello di Munch uomo: una biografia non ordinaria, profondamente travagliata, trova il suo spazio di espressione attraverso i colori forti. I volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, i contrasti netti e destabilizzanti delle sue pennellate drammatiche hanno il compito di rappresentare matericamente l’inquietudine. L’arte per Munch è la via d’uscita della sofferenza, il modo per riuscire ad alleggerire un’esistenza struggente, di amori travagliati e perdite premature, che si esaurisce nell’alcolismo e nella crisi psicologica. Una mostra intrinsecamente biografica, in senso personale, ma, in fin dei conti, anche collettivo: la sua è l’incarnazione artistica per antonomasia del sentimento del dolore, un malessere esistenziale che trapela dalla tela per ritrovarsi nell’esperienza individuale del visitatore.

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