Food & Drink

Sono ancora aperte, come un tempo, le osterie di fuori porta

Quando la musica incontra le tagliatelle bolognesi: la storia della mitica Trattoria da Vito
A cura di   Giulia Mariani

Courtesy of Calamaro Edizioni - Vito e Dalla, fotografia di Piero Casadei

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Courtesy of Calamaro Edizioni - Vito e Dalla, fotografia di Piero Casadei

Courtesy of Calamaro Edizioni - Vito e Dalla, fotografia di Piero Casadei

Bologna la grassa, la dotta, la rossa, scriveva Guccini nel lontano 1981, nell’iconica canzone Bologna dell’album Metropolis. Ma anche Bologna la cantautorale, aggiungiamo noi. La scuola bolognese di Lolli, Dalla e Guccini, attiva sin dagli anni Settanta, è parte integrante della narrazione culturale di questa città: Bologna è i suoi cantautori, le parole che tagliano l’anima e le note strimpellate nelle osterie fuori porta. Proprio le osterie, nella Bologna degli anni 70, erano il luogo di ritrovo della cerchia artistica del capoluogo emiliano. Tra una forchettata di tagliatelle al ragù e un quartino di rosso della casa, che diventava velocemente un litro, in questi luoghi sono nate alcune delle canzoni che hanno fatto la storia musicale italiana. Alcune di queste osterie fuori porta sono ancora aperte, al loro interno si respira oggi lo stesso clima di allora. Tra queste, la Trattoria da Vito. 

Courtesy of Calamaro Edizioni - Dalla e Guccini, fotografia di Piero Casadei

Trattoria da Vito

La Trattoria da Vito è una piccola osteria tradizionale ubicata appena fuori le mura, fuori Porta San Vitale, nel quartiere popolare della Cirenaica, il baluardo operaio della Bologna degli anni Settanta. Vito Pagani, da cui deriva il nome, la apre nel 1949, per poi passare la guida alle generazioni successive di Pagani. Settantacinque anni di storia culinaria. Questa trattoria era uno dei luoghi prediletti dalla comunità artistica bolognese, che si rifugiava qui per strimpellare e filosofeggiare, parlare d'amore e di politica, degli eventi del passato e di quelli attesi per il futuro. Tutte tematiche che nascevano tra un bicchiere di vino e una cotoletta alla bolognese – rigorosamente ancora presente nel menù – e che poi trovavano spazio nei testi delle canzoni. Il cantautorato bolognese si è nutrito delle tagliatelle di Vito e della sua cucina familiare. Calamaro Edizioni ha pubblicato un libro che ripercorre, attraverso 147 scatti realizzati dal fotografo Piero Casadei e testi scritti dal giornalista Giulio Predieri, l'epoca d'oro della Trattoria da Vito. Ex Vito. Mezzo secolo di immagini della storica trattoria bolognese racconta il legame profondo tra la famiglia Pagani e il cantautorato, tra cucina e musica bolognese.

Courtesy of Calamaro Edizioni - Paolo e Vito da Vito, fotografia di Piero Casadei

L'osteria fuori porta, oggi come allora

Al suo interno sono ancora conservati cimeli che ricordano le persone che sono passate per queste tavole, chi solo per un pasto, chi cliente abituale, chi addirittura presenza quotidiana anche solo per una partita al tarocchino, come Guccini, che abitava lì dietro, nella ormai famosa via Paolo Fabbri 43. Dalla, Vecchioni, Morandi, Fo, Lolli, Gaber e molti altri: tutto il circolo artistico bolognese è passato da Vito; lo raccontano le foto e i foglietti ancora appesi sui muri. Oggi è come ieri: baluardo della cucina casereccia, semplice e gustosa. Il menù un foglio di carta stampato ogni giorno, i dolci detti a voce, niente qr code o digitalizzazioni. Tortellini in brodo accompagnati dal bollito misto, porzioni infinite di gramigna con la salsiccia, come un volta. Così come i prezzi, ancora popolari e adatti alle tasche di tutti, tanto che la domenica a pranzo Trattoria da Vito straborda di universitari. Neanche l’arredamento ha subito la rivoluzione dei tempi moderni, tra sedie di plastica e i tavoli in legno sgangherato, con la loro eterna bellezza popolare. Una trattoria per nostalgici e palati goderecci.

Courtesy of Calamaro Edizioni - I Dentoni, fotografia di Piero Casadei

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