Arte & Cultura
Se si parla di Surrealismo c’è un volto che appare nella mente di ciascuno di noi, in modo automatico, caratterizzato da un paio di particolari baffi all’insù, un naso pronunciato e dei grandi occhi tondi, spalancati. Parliamo di Salvador Dalì, il principale rappresentante di questa corrente artistica. Molto spesso, però, si tende a perdere di vista il quadro d’insieme, riducendo un movimento a un unico personaggio - il più eccentrico - e tralasciando altre figure che, non solo hanno apportato contenuti di alto valore al movimento, ma hanno contribuito a cambiare la storia dell’arte. È questo il caso di Man Ray, artista che nel tempo ha sperimentato più forme artistiche e che è passato alla storia per essere stato il primo surrealista a declinare i principi di questo movimento all’arte della fotografia.
Dall’11 marzo al 9 luglio 2023 all’interno dell’Appartamento del Doge di Palazzo Ducale a Genova è stata organizzata una grande esposizioneinteramente dedicata alla sua figura e al suo apporto artistico al mondo surrealista.
Man Ray, nome d’arte di Emmanuel Radnitzky, è stato uno sperimentatore doc, ha cercato di esprimere il suo punto di vista sulla realtà attraverso pittura, scultura, ready-made, disegno, fotografia e, addirittura, cinematografia. In questa mostra sono esposte ben 300 opere artistiche, di diversa forma, nel tentativo di ricostruire un quadro completo del lavoro e della biografia di questo artista così poliedrico e geniale, spesso ridotto esclusivamente a fotografo. Man Ray, operante tra Parigi ed Europa, scardina la realtà e la ricostruisce a suo piacimento, in una narrazione erotica, quasi onirica in pieno stile surrealista.
La mostra, divisa in sette sezioni tematiche e interamente monografica, ripercorre cronologicamente il percorso dell'artista, con il fine specifico di contestualizzare le sue innovazioni visive all’interno dell’humus culturale in cui ha operato. Una sorta di biografia di uno degli uomini più influenti del Surrealismo e della fotografia del Novecento, colui che ha saputo cavalcare le avanguardie tra Prima e Seconda guerra mondiale reinventando da zero l’espressione artistica attraverso il mezzo fotografico.
Il corpo, leitmotiv imprescindibile di Ray, è l’elemento centrale della sua produzione artistica, compare sin dalle primissime opere ed è il nucleo principale della mostra, da cui si dipanano le varie sezioni. Un corpo scomposto e ricostruito creativamente, anteponendo l’estetica alla realtà. I curatori, Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, hanno tenuto molto alla creazione di un’atmosfera il più immersiva possibile, realizzata anche grazie alla proiezioni di pellicole storiche firmate Man Ray, come Le Retour à la raison (1923) e Les Mystères du château du dé (1929).
Il costo del biglietto intero è di 13 euro, ridotto ad 11 euro.
Giulia Mariani