Arte & Cultura
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Ogni città ha il suo simbolo. A Roma è la varietà di architetture di tante epoche diverse, a Firenze l’arte rinascimentale. Quello di Ravenna, senz’ombra di dubbio, è il mosaico.
I mosaici di Ravenna sono stati inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO con la seguente motivazione: "L'insieme dei monumenti religiosi paleocristiani di Ravenna è di importanza straordinaria per la suprema maestria artistica dell'arte del mosaico; essi sono inoltre la prova delle relazioni e dei contatti artistici e religiosi di un importante periodo della storia della cultura europea".
Non si può che partire dalla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Inizialmente fu adibita a Chiesa Palatina di culto ariano, per poi essere consacrata al culto ortodosso dopo la conquista bizantina. Architettonicamente, come quasi tutti gli edifici bizantini, è molto semplice, con facciata timpanata e struttura in mattoni. All’interno si trova il più grande e antico dei ciclo di età paleocristiana e tardoantica raffigurante l’Antico Testamento del mondo: si tratta di una decorazione musiva molto ampia, che copre l’intera navata centrale, raffigurante 26 scene cristologiche impeccabili dal punto di vista ideologico e iconografico.
Il Mausoleo di Galla Placidia è un regno di mosaici blu: è uno degli edifici più antichi della città, risalente al V secolo, e fu costruito per volontà dell’imperatrice Galla Placidia, erede di Teodosio. L’architettura esterna è molto solida e semplice, ma all’interno nasconde dei veri e propri capolavori, un tripudio di mosaici ricchi e articolati. La struttura è quella classica a croce latina con la navata centrale leggermente più ampia del transetto. Sulla cupola centrale domina un cielo stellato dal sapore leopardiano, mentre nelle lunette sono rappresentati iconograficamente episodi biblici provenienti dai Libri di Ezechiele e dall’Apocalisse di Giovanni.
Adiacente al Mausoleo di Galla Placidia si trova un’altra perla dell’arte paleocristiana ravennate: la Basilica di San Vitale, conclusa durante l’impero di Giustiniano. Fu dedicata sin dal principio a San Vitale, uno dei primi martiri cristiani. L’architettura non è canonica e ha un impianto planimetrico molto originale, che la differenzia dalle altre basiliche dell’epoca. Le decorazioni musive di questa basilica sono quasi stranianti, tanto è potente la componente dorata, soprattutto quando la luce filtra dalle finestre creando effetti suggestivi. Se nel presbiterio sono rappresentate figure del Nuovo Testamento su un contesto terreno, nell’abside invece si stagliano ieraticamente personaggi appartenenti alle vicende politiche dell’epoca, come il vescovo Massimiano gli imperatori Teodora e Giustiniano, su uno sfondo aureo, quasi mistico: un accostamento raro per l’epoca, simbolo della commistione di potere tra cielo e terra, tra sacro e profano.
Questi tre sono gli edifici storici imprescindibili per un percorso immersivo nelle decorazioni musive della capitale italiana dell’arte bizantina, ma Ravenna non esaurisce qui le sue meraviglie; l’offerta artistica della città, infatti, include anche il Battistero Neoniano, il Battistero degli Ariani e la Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea e molte altre opere di incredibile bellezza.