Arte & Cultura

L’arte sposa la sostenibilità

Il cambiamento climatico nelle opere di Paolo Faiola
A cura di   Silvia Bartolomei

Photo_by_Paolo_Faiola

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Photo_by_Paolo_Faiola

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L’arte è da sempre un mezzo attraverso il quale veicolare anche importanti messaggi politici e sociali. In tempi recenti, si è fatta portavoce delle problematiche legate al cambiamento climatico, cercando di sensibilizzare un pubblico sempre più vasto in merito alla sostenibilità ambientale. Basti pensare ai grandi murales antismog, di cui un mirabile esempio è rappresentato da Hunting Pollution di Lena Cruz, il più grande murales d’Europa, realizzato con una particolare vernice che permette l’assorbimento delle particelle nocive dello smog. Ma molte sono le opere d’arte sostenibili realizzate con elementi naturali, di riciclo, o semplicemente, ambasciatrici di valori ecologisti.

Noi di Kuriuland, a questo proposito, abbiamo avuto occasione di intervistare Paolo Faiola, artista laureato in Scienze Ambientali e specializzato in ecologia dei cambiamenti climatici.

Photo_by_ Paolo_Faiola

Come è nata la sua passione artistica e quando ha capito che poteva diventare veicolo di un messaggio profondo?

La passione per l'arte è nata nel momento in cui ho immaginato, pensato ed elaborato un'idea relativa alle modalità attraverso le quali potevo arrivare alle persone. Il messaggio che veicolo è legato all'emergenza climatica, alle cause e alle possibili soluzioni da poter implementare in ottica di sviluppo sostenibile, da qui ai prossimi anni, per lasciare qualcosa in mano alle generazioni presenti e future. Ho capito ancora di più che i miei quadri potevano farsi carico di questo messaggio, nel momento in cui ho iniziato a condividerli sui social, e a mostrarli in eventi appositi nelle scuole o mostre d'arte.

Quali sono gli strumenti a disposizione per combattere il cambiamento climatico?

Gli strumenti di cui disponiamo sono sicuramente la formazione e la sensibilizzazione delle generazioni presenti e future e, pensando più in grande, gli interventi che possono andare dalla riforestazione fino alle soluzioni tecnologiche più moderne come il Carbon Capture Storage, un processo di confinamento geologico dell'anidride carbonica (CO2) prodotta da grandi impianti di combustione.

Quali sono a suo parere le sue opere più significative e perché?

Photo_by_ Paolo_Faiola

Non esiste un'opera più significativa perché, a mio parere, ognuna ha un significato a sé stante. Punto in comune è il messaggio che vogliono trasmettere: quello di sensibilizzare e formare le generazioni presenti e future sull'emergenza del cambiamento climatico. Allo stesso tempo queste opere vogliono veicolare un messaggio di capacità di adattamento a quelli che sono oramai gli impatti indelebili del cambiamento climatico d'origine antropica.Photo_by_ Paolo_Faiola

Come è possibile sensibilizzare i più giovani al mondo della sostenibilità?

Io credo che il primo passo sia quello dell'introduzione, come si sta già facendo da quello che ho potuto capire, dell'educazione ambientale e civica nelle scuole. Sensibilizzare le generazioni presenti e future sul tema dello sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico è fondamentale. Istruire i ragazzi affinché capiscano quali sono le cause che hanno portato a ciò che stiamo vivendo oggi, mostrando loro che ognuno di noi può fare la propria parte, sicuramente aiuta a mandare avanti questo processo. Ma si può arrivare ai giovani anche mediante il gioco, oppure attraverso visite in un'area che ha subito impatti ambientali (facendo così educazione ambientale all'aperto), o toccando temi a loro cari come quello della moda o del riciclo creativo; ancora, si può proporre lo shopping sostenibile come alternativa "sana" all'acquisto sfrenato e mostrare ai più piccoli come sia possibile dare nuova vita a un rifiuto trasformandolo e introducendolo all'interno di una catena produttiva come materia prima secondaria (economia circolare).

Photo_by_ Paolo_Faiola

Sappiamo che a breve presenterà la sua ultima opera d'arte. Ce ne può parlare?

Si tratta di un vero e proprio fumetto climatico intitolato L'invisibilità della CO2 antropica. Con questa opera voglio mettere in risalto il ruolo di indiscussa protagonista della CO2. Il fumetto nel primo riquadro ripercorre la storia dell'industrializzazione partendo dal 1850, anno in cui lo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta ha portato l'emissione di una grande quantità di anidride carbonica. È rappresentata a questo proposito la prima molecola di CO2 prodotta dal fumo dell'industria. La molecola è spaesata e inizia a parlare tra sé e sé. Spostandoci nel riquadro successivo si possono notare numerose molecole di CO2 che possono interagire l'una con l'altra, iniziando a girare il mondo insieme e creando così una comunità energetica. Nel terzo riquadro le molecole di CO2 cominciano ad accumulare sempre più calore per via dell'energia emessa della terra verso lo spazio. Nel quarto riquadro le molecole manifestano il loro dissenso e, stufe dell'energia in eccesso, decidono di scaricare il calore verso la terra. Come fanno? Si liberano di questo calore attraverso eventi estremi come tornado, siccità e scioglimento dei ghiacciai, che si ritrovano nel quinto riquadro.  L'emissione della CO2 continua. Nell'ultimo riquadro l'uomo trova una soluzione: decide di contenere l'anidride carbonica nel sottosuolo. Si nota quindi il camino dell'industria che confina le molecole di CO2 sottoterra, mitigando così gli effetti del cambiamento climatico. Ma proprio quando sembra essere stata trovata la risposta al problema ne sorge un altro: l'emissione di CO2 derivante dalle guerre.

Photo_by_ Paolo_FaiolaPerché ha scelto il fumetto come mezzo di sensibilizzazione alla sostenibilità?

Ho scelto il fumetto perché penso sia uno strumento semplice, chiaro, in grado di raggiungere ogni tipologia di target a partire dall'adolescente sino ad arrivare all'adulto, così da far capire in modo efficace quale è stato, qual è e quale sarà l'impatto della CO2 sul nostro pianeta. L'opera rappresenta anche un ammonimento, poiché, se non interveniamo sia a livello individuale e successivamente anche a livello collettivo attraverso una mitigazione della CO2, rischiamo di andare incontro a eventi sempre più estremi che fanno male al pianeta ma anche al nostro benessere psicofisico. Il fumetto di per sé sembra quasi animato: la molecola di CO2 è una sorta di topolino che interagisce con le altre molecole e instaura un dialogo che rende tutto più chiaro e puntuale.

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